Gelo e danni alle coltivazioni: la Lega Nord Umbria sollecita Governo e Regione

Gelo e danni alle coltivazioni: la Lega Nord Umbria sollecita Governo e Regione
08 Mag 2017

I consiglieri regionali Emanuele Fiorini e Valerio Mancini (Lega Nord) hanno  presentato un’interrogazione sui danni provocati dal maltempo all’agricoltura umbra.

Nell’illustrare l’ interrogazione Fiorini ha chiesto di sapere “se la Giunta intende attivare le procedure per chiedere al Governo nazionale lo stato di calamità naturale, rispondendo così, prontamente e concretamente, alla situazione di grave crisi del comparto agricolo regionale, messo in ginocchio dalle improvvise gelate notturne che hanno causato gravi danni alle coltivazioni viticole e orticole. Le associazioni di categoria – ha detto Fiorini – segnalano perdite  che vanno dal 40 al 100 per cento che hanno messo in crisi un settore strategico come quello vitivinicolo. Già diverse regioni italiane si sono mosse per integrare il reddito di quelle aziende agricole che con questi sbalzi climatici stanno vedendo seriamente compromessi i loro raccolti annuali”.

L’assessore Fernanda Cecchini ha risposto spiegando che “non sono norme regionali quelle che regolano gli aiuti alle imprese in caso di calamità naturali. L’ultima norma di riferimento consente di dare una mano agli agricoltori fino a un massimo del 65 per cento per pagare le polizze assicurative. E visto che viene dato un aiuto concreto per stipulare le assicurazioni, la stessa norma dice che tutte quelle produzioni che sono assicurabili non possono essere risarcite con il fondo di solidarietà nazionale gestito dal Ministero. In Umbria le produzioni sono tutte assicurabili, con la conseguenza che è giuridicamente impossibile risarcire con con il fondo di solidarietà nazionale queste produzioni. Nonostante ciò, nella conferenza degli assessori regionali all’agricoltura della settimana scorsa abbiamo firmato un documento unitario per chiedere al Governo una qualche forma di deroga per consentire aiuti, sgravi fiscali o comunque di venire incontro a quei produttori che non hanno assicurazioni. Il servizio regionale si muoverà da un punto di vista ufficiale non appena le Comunità montane avranno messo a disposizione i dati che stanno raccogliendo nel territorio perché i danni si vedono dopo qualche settimana. Allo stesso tempo, quando avremo una stima, ci attiveremo come Regione, così come le altre, sulla base di quanto stabilirà il Ministero”.

Nella sua replica Fiorini si è detto “parzialmente soddisfatto. Mi auguro che la Regione vigili su questa grave situazione affinché non subentri rassegnazione e senso di abbandono negli addetti ai lavori. Auspico tutti i provvedimenti necessari per dare risposte concrete all’agricoltura umbra, valutando qualsiasi misura possibile”.

AL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA

In un’azione coordinata e in simultanea a quella regionale, il senatore Candiani ha presentato un’interrogazione rivolta al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, dove si chiede “quali provvedimenti intenda adottare per far fronte alla grave crisi del settore agricolo dovuta a questi inaspettati cambiamenti climatici che hanno colpito il nostro paese, ed in particolare la regione Umbria, già martoriata dai recenti eventi sismici”.

IL GELO E I DANNI

Quello che si è verificato anche in Umbria è stato un fenomeno metereologico improvviso e imprevedibile, caratterizzato da gravi sbalzi termici, con passaggi da una fase costante di alta pressione, con valori molto al di sopra delle medie del periodo, a bruschi cali delle temperature arrivando, nelle ore notturne, anche ai zero gradi centigradi. Gli effetti sono stati devastanti su vigneti, frutteti e ortaggi, colpiti a “macchia di leopardo” in tutto il territorio regionale, in particolare nei fondovalle, provocando ingenti danni all’agricoltura. Da queste gelate improvvise sono state danneggiate soprattutto le coltivazioni che erano già allo stadio di crescita avanzata. Le Associazioni di categoria segnalano perdite di prodotto che vanno dal 40 al 100% diffuse su tutto il territorio regionale umbro che hanno messo in crisi un settore strategico per il tessuto economico della regione, come quello vitivinicolo.

 

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