PAOLO ARRIGONI: “GESTIONE RIFIUTI UMBRIA, UN SISTEMA OPACO”

PAOLO ARRIGONI: “GESTIONE RIFIUTI UMBRIA, UN SISTEMA OPACO”
26 Feb 2016

“Un territorio disastrato per varie responsabilità, carenza di contrasto agli illeciti, mancanza di notizie di reato e di chi le va a cercare” sono le parole pronunciate dal procuratore della Repubblica di Perugia che da sole rappresentano la perfetta sintesi della situazione umbra sulla gestione del ciclo rifiuti, afferma il senatore della Lega Nord, Paolo Arrigoni, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie a conclusione della missione di 3 giorni in Umbria.

Sono state riscontrate palesi situazioni di conflitto di interesse – spiega il senatore Arrigoni – dove ruolo di controllore e controllato si sovrappongono non solo nei ruoli in capo a singole persone (sindaco di Terni, presidente dell’Ati 4 e della Provincia), ma soprattutto sulle schede O.R.S.O. compilate per tre quarti dai gestori anziché come si dovrebbe dai Comuni, che pongono seri dubbi sulla veridicità dei dati comunicati sulla raccolta differenziata. A questo proposito lo stesso direttore di Arpa Umbria, a cui compete la convalidazione dei dati prima di trasmetterli alla Regione per la certificazione, ha ammesso che solo da pochi mesi l’Agenzia effettua i controlli previsti sui dati ricevuti.

Esistono problemi sulla corrispondenza tra servizi erogati dai gestori e quanto fatto pagare ai Comuni con sovrafatturazioni. Oltre ai casi acclarati a Nocera Umbra, Bettona la Finanza sta facendo verifiche in altre municipalità dell’ATI 2.

Le interdittive antimafia che toccano Gesenu, Gest e Ecoimpianti destano molta preoccupazione; qualora dovessero reggere ai ricorsi si avrebbe un serio problema sulle gestioni commissariate. Incredibile in questo scenario apprendere che il primo piano industriale di Gesenu sia stato fatto solo nel novembre 2014.

Fa riflettere inoltre che il Piano Regionale dei Rifiuti del 2009, che ha fatto acqua da tutte le parti con obiettivi sulla raccolta differenziata mai lontanamente centrati dai comuni, scaduto nel 2014, sia stato oggetto di un adeguamento con modifiche sostanziali con ‘semplici’ atti della Giunta regionale anziché deliberare un nuovo piano attraverso il Consiglio Regionale, con l’acquisizione dei pareri da parte degli Enti preposti e con le procedure di VIA. Serie preoccupazioni esistono sulla capacità di smaltimento dell’indifferenziato che si basa su discariche che non solo hanno problemi ma soprattutto limitata capacità residua, che potrebbero portare alla crisi se non all’emergenza dell’intero sistema integrato di gestione.

Nel ternano appreso dell’esistenza di indagini in corso della Procura per accertare la correlazione tra inquinamento e la morte di dipendenti dell’inceneritore, nonché tra patologie e le polveri di Prisciano.

Rilevate criticità anche alla discarica di Terni Papigno. Le associazioni ambientaliste hanno parlato di assenza di messa in sicurezza dell’area che pare fino a pochi giorni prima della visita della commissione non fosse recintata e vi accedevano cittadini e giovani. Inoltre non ci sono garanzie sulla disponibilità di risorse per la bonifica già in forte ritardo.

In attesa della conclusione di più indagini in corso da parte delle Procure di Terni e Perugia e che riguardano lo smaltimento illecito di rifiuti e del percolato si rinvia a più compiute valutazioni della situazione dopo avere letto la documentazione che è stata chiesta ai vari soggetti auditi in questi tre giorni, tra cui anche quantità e tipologie di rifiuti conferiti almeno negli ultimi 5 anni a Le Crete specificando le diverse provenienze (ATI 4, Umbria e fuori regione)”

Senatore Lega Nord, Paolo Arrigoni
(componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie)

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